Che senso ha la Poesia? di Adolfo Nicola Abate

19.01.2022

Che senso ha la poesia?

Valore aggiunto alla vita

Conversazione

di Adolfo Nicola (Nino) Abate


Si può vivere di poesia?

Carmina non dant panem sed labor et industria, l'odierno "non si mangia con la cultura". Non si fanno soldi con la poesia, la poesia non arricchisce di denaro, la poesia non sfama, ma solo le attività produttive hanno questo potere, per definizione.

E la poesia sarebbe da scartare tra le attività cd. produttive perché non arricchisce? Ma è proprio così? È vero che non produce nulla?

Poesia presuppone e implica leggere poesia, scrivere poesia, pubblicare poesia, condividere poesia, un circolo positivo dove c'è sempre un prima, che è leggere poesia, dai classici a scuola ai poeti moderni e ai contemporanei. Generalmente dopo, si scrive poesia, si metabolizza, si lavora, si confronta, si scalpella, come Michelangelo il marmo. Poi si pubblica, anche se questo è già più complicato. E poi, forse, si vende qualche copia, che è spesso un miracolo. Oppure si pubblica sulle bancarelle dei social per soddisfarsi di like come fossero una criptovaluta. È una soddisfazione anche questo, soprattutto in un movimento che di poesia vive e si nutre.Ma non è solo in questo il valore e il senso della poesia. Andiamo con ordine.

Dove rintracciare la poesia?

La poesia non è solo nei libri di poesia. Anche senza possedere una definizione univoca, ce ne accorgiamo da soli dove c'è poesia. Possiamo rintracciarne tanta. Bisogna avere occhi per vedere, orecchie per intendere e cuore per com-prendere.

Non basta forse guardare un'alba, un tramonto, il mare calmo azzurro e verde o quello tempestoso forte e minaccioso? il cielo sereno dove volano gli aquiloni o incupito e terribile per un tornado o un nubifragio annunciato? Una cima innevata o una montagna di boschi bruciati e frane minacciate; un fiume che scorre sereno verso il mare o che, superati gli argini, esonda e travolge tutto ciò che incontra? un vulcano che infiamma il cielo con i suoi fuochi d'artificio o quando erutta lava che distrugge alberi e abitazioni? un uccellino che ingentilisce la giornata con il suo canto o il predatore che attacca la sua preda? I fiori che colorano la campagna, i giardini e le case o le piante carnivore e velenose, magari belle all'apparenza? Vivere un amore e vederlo crescere e troppo spesso morire? E quanto amore c'è e quanto odio, quanto bene e quanto male quotidiano che si riesce a vedere e patire per i dolori e tormenti che dà? Certamente non è un'emozione che fa la poesia, ma è dalla poesia (versi, colori, musica, danza, scultura ecc.) che nasce l'emozione, attraverso i filtri dei sensi e del cuore.

Nella natura, in natura si trova la poesia. Nella natura c'è anche il cielo e le stelle, la luna, i pianeti e le costellazioni, il sole, un'infinita energia. E c'è l'essere umano, che è dentro la natura, in questa meravigliosa astronave chiamata terra che già sta viaggiando in cielo e ci sta portando tutti oltre. E dunque anche nell'essere umano c'è poesia.

Provate a guardare con lo sguardo cercatore di poesia le vostre foto antiche e recenti: la troverete anche lì in un particolare, in un sorriso, in una lacrima, in un volto, in un ricordo, un'emozione, una gioia, un dolore, una persona o un paesaggio. Basta un particolare.Così è anche nel momento che stiamo vivendo adesso, ciascuno di noi. Guardatevi intorno, guardate le persone, guardate gli occhi, ascoltate come vi parlano i gesti, i suoni, i silenzi. Bisogna avere occhi per vedere e orecchi per intendere poesia, e cuore per comprendere.

Ecco che la poesia acquista il suo senso, arriva al cuore, con la bellezza, come la bellezza, si fa essa stessa bellezza. E dà stupore. Ci fa restare a bocca aperta come bambini. La poesia arriva al cuore o è soltanto tecnica.

E come vogliamo valutare ciò in termini economici? Zero, diranno i soliti scienziati dell'economia.

Invece c'è un valore aggiunto alla vita, alla vita quotidiana di ognuno di noi, un valore aggiunto alla vita dell'essere umano,un valore che non può essere valutato se non è applicato al lavoro concreto, in casa come in fabbrica, a scuola come in università, al mercato della frutta come al supermercato degli alimentari come ai bazar di abbigliamento e chincaglierie, nei bar come a teatro, in piscina come in un campo di atletica, o in un qualsiasi rapporto relazionale.

Se riusciamo a cogliere la poesia, possiamo trovare in ogni luogo, gesto, persona, un po' di poesia che aspetta di essere colta al volo. E questo migliora la qualità della vita, migliora le prestazioni di lavoro, di studio, di ricerca, di produttività, di rendimento. Produce un'energia che intorno anoi viene percepita. Allora, non perdiamo tempo, non perdiamo altre occasioni!

Senza poesia la vita è più brutta e più difficile, perché senza senso.

Il senso glielo dà la Bellezza dentro e fuori di noi, la Bellezza che è nella poesia, un'arte.

Immaginate di essere Michelangelo, siate tutti Michelangelo. Stava scolpendo da un blocco di marmo "I prigioni", un complesso di 6 statue che aveva già in mente e davanti agli occhi. Ogni statua la vedeva già nel marmo e diceva che bisognava "solo togliere" e lo scalpello dell'artista avrebbe potuto liberare la statua dal marmo dove era rinchiusa, farla vivere. Lo scrisse in un sonetto; Michelangelo era anche un poeta. Dei "prigioni", schiavi prigionieri, ne portò a termine 2, che ora sono al Louvre; altri 4, non terminati, sono a Firenze. Non li terminò perché il senso, il significato dell'opera, era già completo. E sono ancora fissi nel marmo, incompleti. L'idea del non-finito in arte è sua e per secoli non ha trovato emuli. L'idea del non-finito, del non-espresso in poesia è spesso l'anima della poesia contemporanea.

A questo proposito Montale fu esplicito. Nella raccolta "Satura" egli scrive così nella sua

"Poesia":

I

L'angosciante questione

se sia a freddo o a caldo l'ispirazione

non appartiene alla scienza termica.

Il raptus non produce, il vuoto non conduce,

non c'è poesia al sorbetto o al girarrosto.

Si tratterà piuttosto di parole

molto importune

che hanno fretta di uscire

dal forno o dal surgelante.

Il fatto non è importante. Appena fuori

si guardano d'attorno e hanno l'aria di dirsi:

che sto a farci?

II

Con orrore

la poesia rifiuta

le glosse degli scoliasti.

Ma non è certo che la troppo muta

basti a se stessa

o al trovarobe che in lei è inciampato

senza saper di esserne

l'autore.


Nel suo memorabile discorso all'Accademia di Svezia per la cerimonia di assegnazione del Premio Nobel, nel 1975, disse Montale: "io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo, e questo è uno dei suoi titoli di nobiltà. Ma non è il solo, essendo la poesia una produzione o una malattia assolutamente endemica e incurabile.
Sono qui perché ho scritto poesie: sei volumi, oltre innumerevoli traduzioni e saggi critici. Hanno detto che è una produzione scarsa, forse supponendo che il poeta sia un produttore di mercanzie. Per fortuna la poesia non è una merce".

In altra occasione parleremo della critica e della poesia contemporanea, se vorrete.


Adolfo Nicola Abate

© 2021 "Poeti2000" (Neoromanticismo digitale). Tutti i diritti riservati.
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia