"La Cappella degli Scrovegni" (Giotto)

23.01.2022

Estasi di bellezza, frutto del genio di Giotto

e capolavoro assoluto dell'arte.

La Cappella degli Scrovegni a Padova è un capolavoro assoluto dell'arte. Oggi visitabile dai numerosi turisti solo in piccoli gruppi e su prenotazione, fu costruita per volere di un ricco e potente usuraio, Enrico Scrovegni, e affrescata da Giotto in 855 giorni tra il 1302 e il 1305. Con la destinazione d'uso di cappella di famiglia annessa al ricco palazzo, costruito su un anfiteatro romano del 60 a.C., i suoi interni presentano circa 1000 mq di pitture dedicate al Vecchio e Nuovo Testamento.

La Cappella, intitolata alla Vergine Annunziata, in suffragio dell'anima di Reginaldo Scrovegni, padre di Enrico, collocato nella Divina Commedia da Dante Alighieri all'Inferno perché usuraio, si presenta come un unico ambiente terminante sul fondo con un presbiterio che ospita il sarcofago del committente. Un'architettura semplice, forse dello stesso Giotto, fatta di finestre strette e alte e di una trifora gotica sulla facciata.

Per adornare la cappella, dal committente fu affidato a Giovanni Pisano il compito di realizzare tre statue d'altare in marmo raffiguranti la Madonna con Bambino tra due diaconi, e a Giotto il ciclo di affreschi. Il sommo pittore all'epoca si trovava a Padova su invito dei Frati minori ad abbellire la Basilica di S. Antonio ma era già celebre per aver affrescato la Basilica di S. Francesco in Assisi e quella di S. Giovanni in Laterano a Roma, oltre che il famoso Palazzo della Ragione di Padova, altro capolavoro dell'arte del trecento.

Per il ciclo pittorico fu usata la tecnica dell'affresco - così detta perché si dipingeva sull'intonaco fresco, in quanto il colore doveva impregnarlo prima che seccasse per conservarsi - e le incredibili cromie dell'opera, come il famoso e costosissimo blu oltremare, furono ottenute da Giotto usando pigmenti che arrivavano a Venezia da tutto il bacino del mediterraneo.

Pur raccontando numerose storie del vecchio e nuovo testamento, tra i dipinti emerge quello del Giudizio universale che copre un'intera facciata della cappella e che rappresenta un Cristo giudice e Re tra gli apostoli, e al di sotto del quale le forze del Male ghermiscono e sprofondano i peccatori. La sensazione complessiva per chi si trova all'interno della cappella è di stare dentro un'Arca con numerosi oblò che incorniciano i tondi delle immagini di Cristo tra Evangelisti e Profeti. Particolari sono poi le scene con le virtù e i vizi capitali, un vero e proprio vademecum di comportamento per i cristiani dell'epoca.

Sotto la copertura a botte raffigurante un cielo stellato e sorretto da finti marmi dipinti, le forme sono naturali e realistiche con ampi panneggi e raccontano visivamente un pezzo di storia del cristianesimo ispirato al teologo Agostino. Giotto completò l'opera giovanissimo, non aveva neppure quarant'anni, e questo capolavoro è considerato in tutto il mondo pari soltanto alla Cappella Sistina dipinta da Michelangelo a Roma.


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