Lo Haiku (parte quarta) di Alberto Baroni
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HAIKU (parte quarta )
L'ESTETICA DELLO HAIKU
Il FŪRYŪ - (Letteralmente: il vento che scorre - lo spirito poetico). Il fūryū rappresenta " il cammino" di ricerca, al contempo poetica ed esistenziale, che procede per successivi gradi di affinamento, l'Haiku stesso ne è permeato. Lo stato d'animo si trasmette al lettore che si ritrova immerso in esso come in un liquido amniotico. Molti sono gli stati d'animo che possono trovarsi nell'Haiku. Possono essere presenti contemporaneamente, o singolarmente. Le sfumature sono molteplici, e il confine fra i vari stati d'animo è a volte impercettibile.
Le fondamenta sulle quali si basa questo cammino di ricerca sono:
IL RIZOKU("distacco", "romitaggio"),
ILTANBI("immersione estetica")
LO SHIZEN("la natura")
Il rizoku: rappresenta l'allontanamento dell'individuo-poeta da tutto ciò che è mondano, superficiale e "vacuo". In questa fase, lo haijin acquisisce una certa sobrietà nei suoi atteggiamenti e opera una più intima conoscenza di sé.
Il tanbi: è il successivo sviluppo del senso estetico da parte del poeta, conseguibile solo attraverso una sua totale fusione con la realtà circostante ed una sua attenta e sincera osservazione.
Lo shizen: che in un certo senso già "racchiude" i due precedenti gradi di maturazione personale, dà loro compimento, confermando la reciproca interdipendenza fra natura ed arte, le quali concorrono al medesimo fine, ovverosia l'armoniosa riscoperta del sé come presupposto dell'illuminazione (satori). Dunque, un buon haiku dev'essere lo specchio del cammino intrapreso dallo haijin attraverso le tre "fasi" (rizoku,tanbi, shizen ) che sorreggono l'esperienza del fūryū ,
Dalla esperienza estetica ed artistica che l'HAIJIN compie durante il percorso di cui sopra, derivano una serie di altre forme estetiche,alcune delle quali sono qui di seguito illustrate:
il sabi - Il silenzio - È il sentimento di grande solitudine, di grande quiete, pace, illimitata calma; il sentimento del distacco, del non possesso. Ma non c'è tristezza in esso, solo contemplazione, solitudine, così grande e avvolgente da avere la sensazione che la cosa contemplata e il contemplatore siano la stessa cosa.
il ladro
ha lasciato la luna
alla finestra
lo hosomi - è il sentimento della delicatezza, della visione fine, sottile, delicata, acuta, affettuosa, sentimentale, ovvero quella "sottigliezza" contemplativa indispensabile per cogliere l'essenza veridica della realtà.
accostati al
bar-
si baciano manici
curvi di ombrelli
l'ogosoka - o "solennità" dell'esperienza sensibile, è il sentimento del maestoso, del severo, dell'immane, del grandioso
tranquillità-
il verso d'una cicala
penetra nella roccia
Matsuo Basho
lo wabi - L'inatteso, il risveglio dell'attenzione.
È quello stato d'animo prodotto da un qualcosa che si profila alla nostra coscienza all'improvviso. È l'elemento che ci sveglia dalla tristezza, dal grigiore, dai momenti in cui sembra che la vita non abbia nessun senso. Ecco, nel momento in cui questa depressione ci invade, nel momento in cui questa grande malinconia ci assale, nel momento in cui nulla ha significato e tutto appare banale e triste e assurdamente lontano... ecco profilarsi un qualcosa di inaspettato che si fa "guardare" con spiccata intensità. Desta la nostra attenzione. E noi lo "riconosciamo" nella sua interezza e universalità. Quel piccolo evento allora si fa grande e luminoso improvvisamente ai nostri occhi. Ci riporta alla vita.
sotto i miei
passi
solo il fruscìo si sente
di foglie secche
Hisajo
lo shiori - L'ombra: è il sentimento delle cose ombrose, della morte, del freddo, dell'immobilità, del rorido, dell'umido che trasuda umori. il fascino che dai versi s'irradia verso il lettore, andando oltre la mera parola scritta, avvolgendo ogni cosa in un vago e indistinto alone di compassione ed "empatia"
gli amici
interrano
fra i cipressi l'ombra
di una fontana
lo yūgen - ("profondità e mistero"), la bellezza vivida, sottile e profonda di ciò che, indistinto, procede oltre la comprensione mentale; è il sentimento del mistero, della bellezza indecifrabile che avvolge le cose, anche le più piccole, è l'energia del mondo che palpita ovunque, è la meraviglia, lo stupore, lo splendore delle cose, è la sensazione dell'universale, della magia e complessità della vita. È un po' come il "Grande Spirito", il "Wakan-Tanka" (Grande Mistero) degli Indiani d'America, presente in ogni cosa.
fra le erbe
un fiore bianco sboccia.
ignoto il suo nome.
il karumi - ("leggerezza"), la bellezza poetica riflessa nella sua semplicità, libera da preconcetti - è il sentimento della leggerezza e dell'innocenza, è il piccolo sorriso, la piccola ironia, il piccolo umorismo, la visione leggera, fanciullesca, libera dal peso della cultura e della tecnica.
bimbe sedute
sullo scivolo vanno
coricandosi
Già questi dettami estetici - filosofici di cui agli esempi, sono, se interpretati con la giusta enfasi, di grande aiuto nella composizione dell'Haiku; ma di seguito vi fornirò anche degli indirizzi compositivi o metodi tratti da un saggio di Jane Reichhold, che se letti/studiati con attenzione vi metteranno in grado di comporre dei bellissimi HAIKU in breve tempo.
Parlando invece di tecniche di redazione stilistica vere e proprie nell'Haiku ne esistono due, e a seconda del numero di concetti o immagini che vengono sviluppati nel componimento, si distinguono in:
NB: alcuni degli esempi di Haiku che seguono non rispettano la sillabazione 5-7-5 perché tradotti dal giapponese e non rielaborati.
Tecnica ichibutsu jitate - 物仕立て
che all'interno dell'haiku presenta ed elabora un unico concetto:
Vedi questo esempio di Yosa Buson
mare di
primavera
tutto il giorno le onde
oscillano dolcemente
oppure questo di Kobayashi Issa
una lucciola
grande
vola e plana, vola e plana
vola e plana
oppure
l'ombra del pero
ghermita dal rastrello
del mio vicino
In questi haiku la narrazione poetica nasce e si sviluppa in pratica su un'unica immagine che viene introdotta nel primo rigo, sviluppata nel secondo rigo, conclusa nel terzo.
Nel caso in cui si opti per tale tecnica, non è necessario nemmeno applicare il Kireji, il segno di stacco o cesura, che vi ricordo può essere un (-) o un nostro segno di interpunzione.
Tecnica toriawase -取り合わせ
che in giapponese potrebbe essere tradotta come "combinazione" e che al suo interno presenta due distinti concetti/immagini, e li elabora con due diversi poli di tensione che si distinguono in:
Torihayasi - 取はやし
che è il polo armonico, che aggiunge armonia/rafforza, che aggiunge una cosa all'altra per migliorarle entrambi:
vedi questo haiku di Masaoka Shiki
gli occhi stanchi
contemplando le rose:
convalescenza (torihayasi)
o questo di Morikawa Kyoroku
vento fresco:
l'ombra di una nuvola (torihayasi)
sulle verdi risaie
Nibutsu shougeki二物衝撃
"lo scontrarsi delle due cose"), il polo della "marcatura": mettere due cose insieme per creare un impatto inaspettato e nuovo:
Vedi questo esempio di Matsuo Basho
esausto
in cerca di una locanda:
fiori di glicine (Nibutsu shougeki)
o questo di Ito Shintoku
giorno di pioggia:
attraversano il cancello (Nibutsu shougeki)
i fiori di iris
Va precisato che in un haiku trovano allocazione singolarmente, vedi esempi di cui sopra, o la Torihayasi o il Nibutsu shougeki, mai entrambi contemporaneamente, come invece a volte troviamo negli haiku postati all'interno di gruppi di poesia Haiku Italiani su Facebook, principalmente da neofiti. Tale modello oltre a non essere aderente ai canoni stilistici tradizionali e alle direttrici estetiche, non è nemmeno particolarmente efficace, perché solitamente genera confusione fra le immagini.
FONTI: (LA LUNA E IL CANCELLO - SAGGIO SULLO HAIKU di LUCA CENISI e Rivista online CINQUESETTECINQUE).
Alberto Baroni